Prima di svelarti tre giganteschi luoghi comuni, di cui devi assolutamente sbarazzarti, è doverosa un’introduzione generale chiarificatrice.
Per chi opera nel settore del benessere, risulta abbastanza evidente come sia delicato discutere di temi che riguardano l’alimentazione, in ambito scientifico e culturale, si tratta di un vero e proprio campo minato. Siamo tutti, molto spesso, pronti a prendere sul personale dei giudizi generali o a sentirci minacciati nell’udire punti di vista contrastanti.
La guerra fra le teorie scientifiche e la paura dei professionisti specializzati (biologi nutrizionisti, medici etc.) di vedere il proprio ruolo emulato da altre figure professionali crea spesso un clima poco sereno di confronto. Ripristinare sempre di più un clima di dialogo aperto e pacifico è il nostro intento, uno scambio di idee nel rispetto reciproco, se pur potenzialmente acceso e a volte anche un po’ infuocato.
Con coraggio, e anche umiltà, vogliamo dare vita ad un luogo virtuale di riflessione, scatenare percorsi in cui i lettori sappiano farsi domande intelligenti riguardo ai temi della nutrizione e in merito al suo utilizzo, per il raggiungimento di obiettivi di diverso genere.
Ma eccoci ai nostri 3 miti sulla nutrizione!

I grassi fanno ingrassare.
Cosa sono i grassi? Partiamo dalla base, i grassi, detti anche lipidi, sono uno dei tre macronutrienti principali, ovvero una delle tre tipologie di molecole che costituiscono tutti i cibi che ingeriamo.
I grassi sono caratterizzati da una alta capacità energetica, ovvero, contengono molte calorie in un volume ristretto, ovviamente in relazione agli altri macronutrienti, cioè carboidrati e proteine.
Quando e perché possono fare ingrassare? La convinzione nella mente di moltissime persone che i grassi abbiano il potere di far ingrassare è frutto di due fattori. Il primo è che, essendo effettivamente più densi dal punto di vista calorico, possono causare un surplus energetico più facilmente. Il secondo fattore è l’influenza psicologica della guerra ai grassi che si è diffusa nell’informazione mainstream, ormai molti anni fa, inevitabilmente a favore dei carboidrati. Sebbene ci sia un fondo di verità e di bontà in entrambi questi punti sussiste ancora troppa confusione e approssimazione. Inoltre, è evidente come la necessità di vendere prodotti molto zuccherini è stata raggiunta attraverso una guerra irrazionale ai grassi, spesso senza la giusta capacità di chiarezza e discernimento.
Quantità e qualità fanno la differenza? Si. La buona notizia è che negli ultimi anni i grassi sono stati decisamente rivalutati dalla comunità scientifica. Oltre ad una più chiara differenziazione delle diverse tipologie di lipidi e dei loro caratteri molto diversi (per esempio i grassi idrogenati o trans rispetto a quelli insaturi) si sono diffuse diete in grado di nutrire il corpo efficacemente, pur mantenendo una quantità giornaliera di grassi relativamente alta.
Aprire il capitolo sulla qualità dei diversi grassi e sulle scuole di pensiero richiederebbe molto più di un articolo, ti invitiamo quindi ad indagare attraverso un professionista del settore, oppure attraverso libri e ulteriori articoli.

La frutta fa sempre bene.
Qualsiasi approssimazione troppo spinta diventa fonte di fraintendimento, che la frutta possa avere un ruolo importante per bilanciare la tua dieta è indiscutibile, che faccia sempre bene a prescindere da qualità e quantità è invece molto discutibile.
Spesso accade che dato che “la frutta fa bene” la si utilizza senza alcuna misura e si finisce così ad ingerire una quantità di zuccheri elevata senza nemmeno esserne consapevoli. Il classico esempio è la frutta ingerita dopo un pasto già completo e ricco di tutti i macronutrienti.
Sebbene i frutti, in particolare quelli meno zuccherini, non possano essere paragonati allo zucchero bianco da tavola o ai dolciumi, per una serie di fattori chimici e biologici che non vogliamo elencare ora, rimane comunque un’evidenza che una mela contenga in media 20 grammi di zucchero ovvero l’equivalente in carboidrati di mezzo piatto di pasta. Questo significa che mangiare una macedonia che contiene due o più frutti della dimensione e tipologia di una mela, consiste in un apporto non indifferente di carboidrati semplici (cioè zuccheri).
Soprattutto per categorie di persone che hanno problematiche metaboliche o che vorrebbero perdere peso questo risulta un tema su cui portare attenzione.
Se non si cura la quantità, qualità e modalità di assunzione della frutta durante il giorno si rischia che il mito venga del tutto invertito.

Basta seguire una dieta bilanciata.
La dieta bilanciata è un concetto astratto che nel corso degli anni subisce costanti modifiche in base alle scoperte scientifiche e ai trend del mondo della medicina mainstream.
Molte persone raccontano e si raccontano di seguire una dieta bilanciata, facendo riferimento ad un’idea generale più che giusta, che applicata senza alcun riferimento produce nella maggior parte dei casi risultati mediocri.
Bilanciare i macronutrienti, cioè carboidrati, proteine e grassi, e i micronutrienti, cioè garantire al corpo il giusto apporto di vitamine, minerali ed enzimi è indispensabile per il buon funzionamento dell’organismo.
Il problema sta proprio nell’identificare quale è l’equilibrio concretamente. Esiste un macronutriente più importante degli altri? Se voglio perdere peso le percentuali come devono essere indicativamente? Come faccio ad ottenere un bilanciamento dei minerali e delle vitamine se i prodotti naturali che arrivano al supermercato non sono abbastanza densi in questo senso? Una dieta bilanciata deve escludere alcune tipologie di cibi? Oppure una dieta bilanciata prevede anche la pizza e la torta? Se si, quale deve essere la loro importanza in termini di frequenza e quantità? Quanto influisce lo sport e l’attività fisica sulla libertà di mangiare ciò che voglio?
Come vedi, tutte queste domande, sono solo una minima frazione dell’immensa voragine che separa le persone che vogliono ottenere qualche risultato dai risultati reali. Affidarsi alla convinzione per cui è sufficiente una dieta equilibrata, nell’illusione che sia concretizzabile in modo del tutto intuitivo, è un modo di trascurare tutte queste interessanti questioni e inevitabilmente distanziarsi dalla possibilità di influire positivamente sulle proprie abitudini alimentari.